9 modi per url-are come piace a Google


13/06/2016
Luca De Berardinis
SEO specialist
url are come piace a google

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Luca De Berardinis
SEO specialist
Sono un esperto SEO con più di 21 anni di esperienza nella pianificazione e gestione di progetti per il posizionamento organico su Google.
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Luca De Berardinis
Ho scritto il capitolo sulla SEO tecnica del manuale Ninja SEO Energy e tengo lezioni sulla SEO per Confindustria, Assintel, Sole24Ore Business School e Università La Sapienza.

Una volta tanto mi piace prendere spunto dalle definizioni enciclopediche di Wikipedia che hanno l’innegabile pregio di essere chiare ed esaustive. Ecco, mi sono risparmiato lo sforzo di dare una definizione di url che fosse completa quanto quella dell’enciclopedia online per eccellenza:

“La locuzione Uniform Resource Locator (in acronimo URL), nella terminologia delle telecomunicazioni e dell’informatica, è una sequenza di caratteri che identifica univocamente l’indirizzo di una risorsa in Internet, tipicamente presente su un host server, come ad esempio un documento, un’immagine, un video, rendendola accessibile ad un client che ne faccia richiesta attraverso l’utilizzo di un web browser.”

Tra tutti i fattori della SEO on-page, ovvero quelli che ti aiutano a raggiungere le prime posizioni nei risultati di Google, l’URL è forse l’informazione meno importante, ma non per questo da sottovalutare. Infatti spesso l’url può dare al lettore e a Google preziosi indizi sul contenuto della pagina che rappresenta. Il motore di ricerca che ha nella G il suo punto di forza, farà così meno fatica nel complicato e sempre più complesso lavoro di indicizzazione e inquadramento semantico della pagina. È proprio per questo motivo che ho deciso di scrivere un articolo con tutto quello che devi sapere per creare URL da urlo che piaceranno a Google e ai suoi utenti. 😉

Quindi, che tu sia un esperto SEO, un copywriter, un editor o un semplice curioso, sappi che nelle prossime righe troverai informazioni utili alla tua professione/passione. Le stesse che ti permetteranno di rendere le pagine che scrivi più facilmente raggiungibili dai diretti interessati.

Ci tengo a precisare, per onestà intellettuale, che i suggerimenti che trovi sono liberamente ispirati ad una bellissima infografica che ho trovato su Search Engine Land e che ho riportato in fondo all’articolo.

#1 Usa url brevi e compatti

Sono due le situazioni nelle quali vediamo più spesso un url: nelle serp di Google e nella barra dell’indirizzo del browser. Ma solo nel primo caso siamo attratti da quell’insieme di parole in verde che possono indurci a cliccare sul risultato. Anche se recentemente Google ha deciso di dare più spazio ai risultati delle ricerche, le pagine che hanno ranking più alti sono quelle con url corti. Quindi la parola d’ordine è: brevità!

  • nomesito.it/questo-url-non-è-il-massimo-della-vita-perché-è-troppo-lungo
  • nomesito.it/questo-piace-a-google

# 2 Usa al massimo 2 keyword per ogni url

È un fatto arcinoto: gli url devono essere parlanti, ovvero descrittivi della pagina. La migliore soluzione per descrivere il contenuto di una pagina con poche parole è sicuramente l’uso di parole chiave pertinenti l’argomento. Matt Cutts (l’ingegnere del software di Google più conosciuto) ci consiglia di usarne al massimo 2. Oltre questo valore non hai nessun altro vantaggio in termini di ranking.

  • nomesito.it/keyword1-keyword2-keyword3-keyword4-keyword5-keyword6
  • nomesito.it/keyword1-keyword2

#3 Gli url devono essere leggibili

Gli indirizzi delle pagine devono essere leggibili, cioè riconoscibili a una prima lettura. Alcuni si chiederanno: ma perché l’url deve essere leggibile se è sufficiente guardare il tag title e la meta description per farsi un’idea completa della pagina? La realtà è che lo snippet di una serp è composto anche dall’url e anch’esso contribuisce al clic-through-rate. Ad esempio cosa ti dicono questi url?

  • nomesito.it/cat=736362%23/?p=83736
  • nomesito.it/custodie-iphone/custodia-iphone6-in-pelle

Nel primo caso non abbiamo nessuna informazione né sulla categoria, né sul prodotto. Nel secondo mi sembra tutto molto eloquente… La leggibilità degli url è un fatto positivo per i motori di ricerca e per gli utenti. Gli indirizzi leggibili hanno mediamente un CTR più alto rispetto a quelli poco comprensibili.

#4 Canonicalizzazione degli url

Non è una parolaccia… la canonicalizzazione è quel processo volto a rendere una pagina canonica, cioè ufficiale. A volte 2 url diversi possono indirizzare pagine con contenuti molto simili. Questo può indurre Google a considerare le due pagine come duplicate con conseguente diluizione del ranking. Dà un’occhiata a questi 2 url:

  • nomesito.it/custodie-galaxy-s6/nome (articoli ordinati per nome)
  • nomesito.it/custodie-galaxy-s6/prezzo (articoli ordinati per prezzo)
rel canonical

Sono due pagine praticamente identiche che mostrano le custodie per il Samsung Galaxy S6. Nel primo caso le custodie sono ordinate alfabeticamente per nome mentre nel secondo sono presentate per prezzo, ma i prodotti sono sempre gli stessi. Ci troviamo quindi di fronte a due pagine pressoché identiche. In questo caso la cosa migliore da fare è usare il Rel Canonical, cioè un’informazione che dice a Google quale dei due url (o eventualmente un terzo) consideriamo ufficiale, canonico.

La sintassi: <link rel=”canonical” href=”https://nomesito.it/custodie-galaxy-s6/nome”>

#5 HTTPS è meglio di HTTP

Nell’agosto del 2014 Google ha comunicato ufficialmente che il protocollo HTTPS è un fattore di ranking per i siti web. Le implicazioni SEO della migrazione da http ad https sono dettagliate molto bene sul sito del collega Giovanni Sacheli di EveMilano. In questo paragrafo mi limito a dire che se hai le competenze e le risorse sufficienti per farlo, allora è il caso di organizzarsi per trasportare le comunicazioni da e verso il tuo sito su un layer criptato per renderle più sicure ma, soprattutto, per avere una spinta in più da parte di Google.

  • https://nomesito.it
  • https://nomesito.it

#6 Usa al massimo 2 cartelle per ogni url

Le cartelle nell’indirizzo di una pagina web rispecchiano la struttura del sito. Più livelli ha l’albero di navigazione di un sito e più cartelle troveremo nell’indirizzo di ogni singola pagina. È ovvio che questo problema si può risolvere a monte, nella fase di progettazione del sito. Ecco i due scenari più frequenti:

  • nomesito.it/cartella1-cartella2-sottocartella/nome-pagina
  • nomesito.it/cartella1/cartella2/nome-pagina

Usare troppe directory nell’url significa mettere Google in difficoltà nell’identificazione dell’argomento trattato. Questo può provocare un’errata indicizzazione della pagina e possibilmente, un calo del ranking. Anche le cartelle, proprio come abbiamo detto al punto 3, devono essere leggibili e facilmente inquadrabili dal punto di vista semantico.

#7 Gli url nei siti di eCommerce

Nei siti di eCommerce le tassonomie con le quali impostiamo la struttura del sito sono di fondamentale importanza. Le categorie con cui raggruppiamo classi omogenee di prodotti sono essenziali per una corretta indicizzazione del nostro negozio virtuale. Lo scheletro dell’eCommerce si riflette poi sulla struttura degli url e su come questi appaiono a livello di serp:

  • nomesito.it/romanzi-italiani/il-nome-della-rosa
  • nomesito.it/il-nome-della-rosa

Nel primo caso l’ottimizzazione viene fatta a livello di categoria e di prodotto. Ogni singolo prodotto viene inquadrato sia dal campo semantico individuato dalla categoria sia dalle informazioni sulla scheda. Nel secondo caso invece Google attribuisce il valore semantico del prodotto solo sulla base del contenuto della sua scheda prodotto. In quest’ultima situazione viene usato un unico url per tutti i prodotti a prescindere dalla tassonomia di appartenenza. Entrambe sono soluzioni valide ma è ovvio che dal punto di vista della compattezza dell’url, forse è meglio optare per l’indirizzo privo di cartella.

#8 Evita le stop words

Google ci consiglia di non usare le cosiddette stop words ovvero tutte quelle paroline che usiamo nel linguaggio parlato e scritto e che, negli url, non contribuiscono al loro contenuto informativo più di quanto fanno sostantivi e aggettivi. Sto parlando delle congiunzioni, delle preposizioni, degli articoli determinativi e indeterminativi… insomma di tutto ciò che possiamo evitare per rendere il nostro url più compatto e performante.

  • nomesito.it/l-uomo-tra-i-due-palazzi-è-in-grave-pericolo
  • nomesito.it/uomo-tra-palazzi-grave-pericolo

Mi rendo conto che nel secondo caso la frase sembra perdere di significato, ma ti assicuro che è quanto basta per dimostrare a Google che abbiamo fatto il possibile per rendere l’url quasi perfetta.

#9 Occhio quando modifichi l’url di una pagina indicizzata

Gli smanettoni della SEO lo sanno già. Se modifichi l’url di una pagina che si è già indicizzata su Google devi sapere che vai incontro a due situazioni poco piacevoli.

  • Chi conosce il vecchio url si troverà di fronte a un errore 404 (pagina non trovata)
  • Il conteggio delle condivisioni sui social andrà perso per sempre

Per risolvere il primo problema devi ricorrere al cosiddetto redirect 301 col quale diciamo a Google che abbiamo cambiato indirizzo e che tutto il ranking acquisito dal vecchio deve essere trasferito sul nuovo. Ecco la sintassi: Redirect 301  /vecchio-url  https://nomesito.it/nuovo-url

Per le condivisioni sui social network non c’è rimedio. Ogni piattaforma social mantiene il conteggio delle condivisioni dell’url di una pagina, ma nel momento in cui quest’ultima sparisce (perché viene modificato l’indirizzo), il contatore riparte da zero. È così, rassegnati.

The ultimate guide to SEO-friendly URLs

Siamo arrivati alla fine, ma nell’infografica che segue troverai altre informazioni che non ho descritto nel mio articolo. Tra queste la scelta del dominio per la SEO internazionale, i caratteri ammessi negli url e quelli da evitare e altre pillole che ti serviranno per una conoscenza più completa dell’argomento. 😉

The ultimate guide to SEO-friendly URLs

The ultimate guide to SEO-friendly URLs – Un’infografica dal team di Search Engine Land

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