Lo scorso 1 maggio Twitter ha rilasciato uno studio sulla relazione tra TV, brand e Twitter e sulla reale influenza che gli earned media hanno sul comportamento dei consumatori.
Lo studio “Discovering the Value of Earned Audiences — How Twitter Expressions Activate Consumers.”, realizzato in collaborazione con The Advertising Research Foundation, FOX e DB5, nello specifico è stato condotto per determinare come l’esposizione alle menzioni dei brand nei tweet influisce sulle azioni dei consumatori, online e offline.
Per condurre questo studio è stato esaminato un campione di 12mila persone, uomini e donne, di diverse età e con diversi dispositivi utilizzati, con almeno 24 ore di presenza (ovvero connesso a Twitter) durante la “prima serata” in televisione nel periodo da settembre 2013 a marzo 2014.
Vediamo insieme i 3 punti significativi ottenuti dall’analisi dei dati:
Indice degli argomenti trattati
1. I brand sono parte integrante delle conversazioni abituali su Twitter
Le persone seguono i brand per stabilire delle relazioni e delle conversazioni uno a uno, e per avere accesso a news, aggiornamenti e offerte speciali in modo unico.
Ma le persone non solo seguono i brand, ne parlano anche… e molto.
Dallo studio emerge che:
- L’80% degli utenti intervistati ha menzionato un brand nei tweet nel periodo esaminato
- Il 50% ha menzionato i brand nei tweet almeno 15 volte nel periodo dei 7 mesi
- Il 99% degli utenti è stato esposto ad un tweet relativo ad un brand nel solo mese di gennaio.
Cosa vuol dire questo per i brand?
Twitter offre non solo un canale proprietario (account) e a pagamento (advertising) per diffondere i propri messaggi, ma è anche un’ottima piattaforma per i cosiddetti “earned media”, ovvero quei contenuti che ottengono visibilità per diffusione virale e passaparola. Tattiche come aggiungere hashtag alle comunicazioni su altri media, come la TV, o coinvolgere un pubblico chiave, possono aiutare a veicolare maggiori volumi di conversazioni di tipo “earned” e di maggior qualità.
2. I consumatori agiscono sia online che offline dopo aver visto brand menzionati nei tweet
Il 54% degli utenti intervistati ha affermato di aver compiuto delle azioni, su Twitter e non solo, dopo aver visto un brand citato nei tweet.
Vediamole:
- Il 23% ha visitato il sito web del marchio
- Il 20% ha visitato il profilo Twitter o ha effettuato ricerche nel web sul brand
- Il 19% ha preso in considerazione la possibilità di provare prodotti del marchio visto nei tweet
- Il 18% ha retwittato tweet contenenti una menzione al brand
Gli utenti più giovani sono quelli che hanno espresso la più alta propensione ad effettuare queste azioni dopo aver visto i tweet, con il 59% per quelli di età compresa tra i 13 e i 17 anni e il 56% per il target 18-24 anni.
⇒ Il consiglio per i brand:
Considerato che l’esposizione ai tweet porta ad azioni su diverse piattaforme, inclusi la ricerca, l’engagement e l’acquisto, è importante integrare i messaggi su Twitter e le call to action con campagne su altri media (TV, search, altri social media e altre destinazioni proprietarie).
3. La fonte del tweet che contiene una citazione ad un brand impatta sull’azione del consumatore
Lo studio dimostra che i tweet riguardanti un marchio sia che provengano dai profili dei brand sia dai non-brand attivano delle azioni sui consumatori, rispettivamente nel 45% dei casi e nel 63%. Mentre chi ha visto tweet provenienti da entrambe le fonti ha compiuto un’azione nel 79% dei casi.
⇒ Consiglio per i brand:
È importante combinare sempre le attività di marketing, mixando quelle basate su “earned content” con quelle a pagamento e proprietarie, per massimizzare il ritorno del proprio investimento su Twitter.
I risultati dello studio sono stati sintetizzati in un’infografica ufficiale che puoi vedere qui:
PS → leggi gli altri post su come usare Twitter al meglio. 😉