Food&Wine: riflettori accesi sugli specialisti dell’export


28/04/2015
Lisa De Leonardis
Web Content Manager
export made in italy

Grow with us, since 2003
Lisa De Leonardis
Web Content Manager
Mi occupo di comunicazione da 26 anni ma da oltre 11 lavoro su Content Marketing Strategy e SEO Copywriting.
contatta Lisa
Lisa De Leonardis
Ho scritto il capitolo sul Content Marketing del manuale 'Ninja SEO Energy' e tengo lezioni presso La Sapienza, ECampus, UniBG, enti e per aziende.
export made in italy

L’industria agroalimentare italiana guida il Paese e meglio fa soltanto il settore metalmeccanico.

Gli ultimi dati raccontano un’Italia nella quale il comparto Food&Wine genera un fatturato annuo di 132 miliardi di euro, con oltre 58mila imprese di settore, 385mila addetti diretti ed altri 850mila impiegati nella produzione agricola (dati Federalimentare).

L’andamento generale è confortante e la ripresa sembra piuttosto evidente, specie dopo gli ultimi 12 mesi di assestamento su un livello di sicurezza che fornisce però l’appoggio per una leva necessaria, specie verso i mercati esteri.

I numeri raccontano un’Italia in cui l’enogastronomia e il beverage in generale (non dimentichiamo il successo dei birrifici artigianali e di altre bevande gassate) seguono un trend comunque positivo, più cauto del lustro passato, ma con numeri sempre al di sopra della media nazionale delle esportazioni, ferma al 1,5%.

export agroalimentare andamento

In più, le previsioni per il 2015 sono ottime, come si legge nel grafico seguente che riporta i volumi in percentuale.

Per completezza, parliamo di un previsionale che si attesta sui 33 miliardi di euro (fonte: Euler Hermes). Un buon risultato, tenuto conto dell’impatto negativo portato dalla situazione nella Federazione Russa. A compensare questo calo ci sono, però, le buone performance dei referenti storici dell’export italiano: Germania, Francia e soprattutto Usa, dove il segnale è persino migliore degli anni scorsi, grazie alla ripresa globale.

Tra i settori con le migliori performance sui mercati internazionali c’è il vino, che nel 2015 dovrebbe raggiungere i 6 miliardi di fatturato export (+ 11%), l’industria conserviera e l’olio d’oliva.

L’obiettivo è di toccare i 50 miliardi di export entro il 2020 e, secondo gli esperti, sarebbe una quota raggiungibile.

I numeri ci sono, ma come faccio export?

La maggior parte del tessuto delle aziende italiane è costituito da PMI, ovvero Piccole e Medie Imprese, spesso a carattere familiare, che non superano la soglia dei 4 dipendenti (media nazionale).

In questo contesto si calano tutte le difficoltà connesse ad ogni tentativo che le aziende fanno per andare incontro ad un aumento delle quote di esportazione. Ampliare un comparto così delicato comporta l’impiego di specialisti nell’export management che non sono però così semplici da assorbire in azienda.

Nel mondo del vino, ad esempio, accade molto spesso che il proprietario della cantina sia anche l’export manager, costretto a dividere i suoi affari tra i tempi dettati dalla natura e quelli dettati dagli aeroporti. Una condizione che può funzionare fin quando i volumi sono gestibili, ma se l’azienda è pronta a fare un salto di quantità (più che di qualità), allora occorre integrare il personale oppure cambiare approccio, almeno per una quota.

Soluzione 1. Rete di imprese per l’export

rete di imprese export

Fino al 2012, giusto per dare qualche dato, i contratti di rete registrati in Italia erano 640 e coinvolgevano 3.323 imprese (Fonte Infocamere). Per contratto di rete si intende una sorta di fidanzamento, grazie al quale due o più imprese si impegnano ad esercitare in comune attività economiche che rientrano nei rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere, reciprocamente, la competitività sul mercato.

È una soluzione molto funzionale, da un punto di vista generale, che sostanzialmente comporta la condivisione dei costi e delle risorse per dare il via ad un’attività di internazionalizzazione oppure per incrementare quella esistente.

La rete di imprese, tra l’altro, favorisce l’accesso al credito e permette di godere del supporto condiviso di un professionista nell’export management che possa aiutare la rete nella costruzione di un piano di marketing per rivolgersi ai paesi destinatari.

Soluzione 2. Individuare un export manager

Se quello che la tua azienda vuole è, in primo luogo, rafforzare la posizione di brand, allora forse un export manager interno è quello che serve per sviluppare al meglio un piano personale e personalizzato di accesso ai mercati esteri.

L’export manager è una figura non semplice da trovare, soprattutto se specializzato nel tuo settore merceologico di riferimento oppure nell’area geografica che a te interessa. Le conoscenze che un export manager deve avere sono molte ed anche per questo è un mestiere complesso che richiede una grande base teorica.

export management

In area enogastronomica è bene tenere d’occhio, anche per questo motivo, i master attivati sul territorio nazionale che, ogni anno, formano persone pronte ad entrare nel mercato del lavoro.

Per quanto riguarda il food&beverage c’è il blasonato master annuale di Bocconi che prepara figure manageriali nel settore, mentre per il settore vino segnalo l’executive master in wine export management promosso dalla Fondazione Mach di Trento, giunto alla terza edizione e quello promosso da Orienta Formazione e Consulenza di Pescara, che ha appena aperto le iscrizioni per la seconda edizione.

Spesso questi corsi offrono la possibilità alle aziende di partecipare come partner e poi assorbire delle risorse già formate direttamente dall’aula.

Soluzione 3. Aprire le porte al web con un e-commerce

Per un’azienda fisica, decidere di investire su uno store online non è mai un passaggio privo di difficoltà, specie nel settore food&wine dove, negli ultimi 3 anni, si è verificata una curiosa esplosione di iniziative ed attività di commercio elettronico verso l’estero.

Da un lato l’eCommerce è stato visto come “l’affare del secolo” da molti (forse) non consci esattamente delle difficoltà e degli investimenti che questo comporta. Dall’altro c’è da dire che effettivamente dei vantaggi ci sono, a patto di affrontare il discorso con la serietà che merita e con una conoscenza di settore.

Se vuoi scoprire le ultime novità in tema di eCommerce e marketplace dovresti dare uno sguardo a questa rubrica dove potrai trovare approfondimenti tematici e tante tool utili, mentre se vuoi conoscere la differenza tra i due strumenti leggi il mio articolo qui

La presenza di un’attività su un eCommerce oppure su un marketplace non può essere affrontata con gli stessi strumenti e con lo stesso approccio di un piano di marketing offline, anche se valido.

Il tuo obiettivo finale è pur sempre vendere il tuo prodotto, ma le strade per arrivare a quest’obiettivo, possono essere molto diverse se si lavora sfruttando il potere di internet o il modo tradizionale.

Tanto per cominciare per lavorare online ti serviranno delle risorse umane differenti. Ti serviranno dei professionisti che ti aiutino a raggiungere i tuoi potenziali clienti e a guidarli verso l’acquisto nel modo più fluido possibile.

In questo caso una new media agency potrebbe fare al caso tuo mettendoti a disposizione, pur avendo un unico interlocutore le figure professionali necessarie al progetto:

  • Un esperto di SEO internazionale che aiuti il tuo sito a posizionarsi, oltre che per ricerche in lingue diverse, anche su motori di ricerca differenti dal “nostro” Google e che in alcune zone del mondo vanno per la maggiore. Lo scopo del suo lavoro è portare potenziali clienti al tuo sito o sulla tua piattaforma di commercio elettronico.
  • Un team per creazione e lo sviluppo di una piattaforma web personalizzata e realizzata secondo le tue specifiche necessità. Il team potrebbe trovare la chiave per integrare le tue attività online e offline.
  • un esperto di inbound marketing che sarà in grado di portare nuovi clienti, attraverso una strategia che esula dalla pubblicità “classica” e dal marketing così come lo conosci.
  • un esperto di digital communication che studierà con te la strategia migliore per rendere efficaci i contenuti del tuo sito affinché incuriosiscano, siano interessanti e conducano verso l’acquisto.
  • Uno specialista di Social Media Marketing che potrà lavorare per te in modo da sfruttare nel miglior modo possibile i social network al fine di rendere visibile e riconoscibile il tuo brand.

Ma non posso fare da solo come fanno molti?

Certo. Puoi fare da solo. Aprire un sito web è diventato un gioco da ragazzi e non ci vuole una scienza occulta per capire come fare per personalizzarlo. Il risultato non sarà professionale ma si può fare lo stesso. Potrai provare a realizzare persino un e-commerce, ma non aspettarti risultati per il solo fatto di avere “aperto” ad internet.

Perché questi strumenti abbiano la loro efficacia in termini di business, portando alla tua attività un guadagno reale è necessario che siano gestiti, progettati e riempiti da professionisti.

Hai mai provato a realizzare da solo un sito web per la tua azienda? Quali sono stati i risultati?

Il tuo team digitale dal 2003

Se hai obiettivi ambiziosi e cerchi soluzioni all'avanguardia.

Contattaci

Argoserv: il team che ti accompagna al successo digitale

Il nostro team, coeso e compatto dal 2003, studia e applica le migliori strategie, tecniche e tecnologie per portarti risultati concreti e misurabili.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER