Frequenza di RimbalzoTi sei mai chiesto come mai, nonostante le numerose visite al tuo sito web, sono pochissime le persone che ti contattano, comprano, mandano una mail o semplicemente fanno un commento? Una delle possibili spiegazioni a questo comportamento apparentemente strano è sicuramente un parametro a volte trascurato di Google Analytics: la Frequenza di Rimbalzo. Ecco la definizione che ne dà Google: “La frequenza di rimbalzo è la percentuale di visite di una sola pagina, ossia visite in cui la persona esce dal sito dalla stessa pagina in cui è entrata senza interagire con essa.

 

Bounce Rate alto? Occhio a coinvolgimento e user experience

La frequenza di rimbalzo viene espressa con un valore percentuale che indica letteralmente il numero di utenti che rimbalzano sul tuo sito web senza esserne interessati. Esempio: un bounce rate del 45% ci dice che su 100 persone, 45 scappano via dal sito. I motivi? Eccone alcuni:

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  • le pagine web non sono pertinenti rispetto alle keyword per cui sono visibili su Google
  • il design delle pagine non mette nel giusto risalto le informazioni cercate
  • la proposta o le offerte dei prodotti in vendita non soddisfano le aspettative
  • non c’è coerenza tra l’eventuale annuncio AdWords e la landing page corrispondente

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Un altro parametro di Analytics che può aiutarci ad individuare dove stiamo sbagliando è sicuramente il “Coinvolgimento” di cui vi mostro un piccolo esempio di un nostro cliente:

coinvolgimento google analytics Come puoi vedere dallo screenshot qui a fianco, è possibile paragonare la durata delle visite con il numero delle stesse. Ci si accorge che la maggior parte di queste non durano più di 10 secondi. Ma siccome è un portale di annunci, è possibile che gli utenti guardano l’annuncio, si segnano le informazioni essenziali (telefono, mail, sito web) e poi vanno via dal sito. Obiettivo raggiunto! 🙂

Ci si deve invece preoccupare quando la durata della visita non va oltre 1 o 2 secondi e in quel caso significa che si è verificato un rimbalzo per uno dei motivi che ho elencato qui sopra. Altra possibile causa è l’esperienza utente, ovvero quel mix equilibrato di design accattivante, contenuti di valore e facilità d’uso. Quando questo mix è squilibrato o manca di uno dei suoi componenti fondamentali l’esperienza utente ne risente e le persone vanno a cercare altrove.

 

Le persone cercano online una soluzione rapida ai loro problemi

bounce rateUna cosa che molto spesso i marketer dimenticano è il profilo dell’utente medio del Web. Cerchiamo quindi di ricordarlo brevemente qui.

I cosiddetti internauti sono persone con caratteristiche abbastanza ricorrenti che li accomunano e che ci aiutano a capire come regalare loro la migliore esperienza utente possibile sul nostro website.

Infatti l’unico modo per non far fuggire via i nostri prospect follower, è quello di dar loro quello che cercano o di cui hanno bisogno presentandolo bene e con un linguaggio diretto. L’utente medio quindi:

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  • non ha tempo da perdere, va sempre di fretta e quindi vuole tutto e subito
  • si stanca facilmente: leggere su un PC, tablet o smartphone è stancante
  • si annoia subito, soprattutto se non trova in 2 secondi ciò che sta cercando
  • vuole risolvere i suoi problemi, con pochissimi click e in poco tempo

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Quando progettiamo i nostri siti web, le nostre landing page o semplicemente scriviamo i nostri post, dovremmo sempre tenere a mente queste 4 caratteristiche tipiche dell’utente medio di Internet. Solo così riusciremo a metterci nei suoi panni con un pizzico di empatia e con lo sforzo necessario per soddisfare le sue esigenze e le sue aspettative. Tu come fai per mantenere bassa la frequenza di rimbalzo dei tuoi siti web? 😉