Lavorare nel food&wine: le figure più richieste


07/11/2014
Lisa De Leonardis
Web Content Manager
Lavorare nel comparto food and wine è possibile

Grow with us, since 2003
Lisa De Leonardis
Web Content Manager
Mi occupo di comunicazione da 26 anni ma da oltre 11 lavoro su Content Marketing Strategy e SEO Copywriting.
contatta Lisa
Lisa De Leonardis
Ho scritto il capitolo sul Content Marketing del manuale 'Ninja SEO Energy' e tengo lezioni presso La Sapienza, ECampus, UniBG, enti e per aziende.

Sarà la crisi, saranno le nostre origini, sarà che alla fine la buona tavola è una fissazione tipica italiana, certo è che nel nostro paese, negli ultimi cinque o sei anni, qualunque cosa abbia a che fare con cibo, vino, birra e simili sembra sia destinato a trasformarsi in un business.

Lo aveva già capito uno degli imprenditori più acuti del nostro Paese, Oscar Farinetti, il creatore di Eataly, una realtà che oggi dà da lavorare a circa 4mila persone nel mondo, lo hanno capito tanti produttori che continuano a crescere grazie all’export o ad una nicchia di mercato (il bio, il vegan, il regionale, etc), lo hanno capito gli export manager che si sono specializzati sempre più, lo hanno capito tanti ristoratori ed operatori della ricettività, tanti marketer, tantissimi web marketer.

Il ritorno alle botteghe: 100 mila nuovi fruttivendoli e alimentari in 5 anni

Ritorno alle botteghe: il food&wine dà ancora lavoro

Pochi giorni fa, al famoso Salone Internazionale del Gusto, l’appuntamento di Torino dedicato alla “cultura del cibo e del far impresa con la terra”, Coldiretti ha presentato uno studio che incoronerebbe l’impresa agricola familiare come uno dei settori maggiormente in crescita del comparto nazionale.

Un dato assolutamente sorprendente che è stato altrettanto sorprendentemente confermato dal direttore della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), Dino Scanavino: “Nel nostro Paese si parla poco, anzi pochissimo dell’agricoltura familiare – ha detto –  un segmento, invece, molto interessante che va ben oltre i freddi riscontri economici”. 

“Un aspetto su cui invito tutti ad un’attenta riflessione – ha continuano Scanavino – sono i negozi di prossimità. Si è pensato che fossero superati, che non vi fosse una domanda, e la tendenza è stata quella di concentrarsi su iper e supermercati, […]. Invece, un recente studio che abbiamo realizzato insieme al Censis, ha evidenziato come negli ultimi cinque anni abbiano aperto oltre 100 mila piccoli negozi di frutta, verdura e generi alimentari“.

La vendetta delle vere “braccia rubate all’agricoltura” 🙂

agricoltura in Italia un settore che funziona

Coltivare la terra in famiglia vuol dire, almeno in Italia, fare grande impresa. Pensano questo i vertici di Coldiretti e la loro idea, sebbene gli agricoltori soffrano ancora del ribasso dei prezzi imposto dai riferimenti multinazionali, sta diventando pian piano realtà.

Come? Con l’agricoltura biologica ad esempio, della quale ho già parlato in questo articolo e che il Bioreport 2013,  analizzando tendenze, superfici coltivate e volumi di affari, segnalava come un importante elemento di business per le realtà del nostro Paese già due anni fa.

Ma parlando di agricoltura non si deve pensare solo alla zappa. Le imprese innovative che hanno a che fare con la terra sono tante: agro-asili dove i bimbi possono giocare a contatto con i processi della natura, imparandoli e osservandoli, allevamenti di farfalle per ripopolare aree poco frequentate e mantenere la biodiversità o per dare un tocco speciale ai matrimoni (sic!) e ancora impianti di biogas, orti sui tetti, orti in affitto (un po’ di fantasia, che diamine!:P)

L’estero ci ama: datti all’export!

l'export dei prodotti italiani continua a trainare

Basta aprire un qualsiasi giornale che si occupa di enogastronomia o di economia per scoprire che uno dei comparti che funziona di più in Italia è proprio quello dell’esportazione di prodotti enogastronomici e freschi.

Sul mio blog parlo moltissimo di export e di cifre e leggendo i grafici appare chiaro come l’enogastronomia sia un settore volano per l’economia italiana.

Il grafico qui sotto te lo illustra con chiarezza anche se i dati si fermano al 2012 (ma nel 2013 c’è stata un’ulteriore crescita del 5,3% circa) e sono riferiti alle esportazioni italiane verso l’estero in generale. Ma ci sono dei picchi di crescita impressionanti, se prendiamo ad esempio economie nuove per il piazzamento dei nostri prodotti come i paesi asiatici (+26%) oppure gli USA (+23%).

export agroalimentare il grafico della crescita
Fonte www.finanzaoperativa.com

Allora perché non lavorare nell’export? E’ una buona idea (se ti piace), specie se parliamo di esportazione di prodotti specifici come vino, birre artigianali oppure olio.

I mestieri dell’export e la formazione degli specialisti

In questi anni sono nati in Italia tanti corsi e master universitari o privati per formare figure specializzate nell’export. Il mercato le richiede e le possibilità di trovare un lavoro nel settore sono alte.

Già a febbraio di quest’anno, uno speciale de IlSole24Ore citava l’export area manager come una tra le figure professionali più pagate del 2014 e in un altro articolo lo definiva addirittura uno dei cinque profili professionali più richiesti dal mercato. Per diventarlo occorre, però, studiare (ancora) un po’.

Tra i tanti corsi attivi in Italia ci sono quelli più brevi, come questo di Bocconi di soli 3 giorni per international business developer, o altri più lunghi e specifici, ad esempio sul wine export management come il master abruzzese che sono fiera di aver collaborato a far decollare (mi sono occupata della comunicazione e del marketing).

Ti basterà fare un giro sulla rete per scoprire che ci sono corsi per export manager specializzati in tantissimi micro-settori specifici.

Se vuoi lavorare nel settore promuoviti come un brand

Se stai cercando un lavoro nel settore e hai già una specializzazione o un’idea, come prima cosa dovresti farlo sapere in giro. Certo, sarà pure necessario fare attenzione alle offerte pubblicate sul web o sui giornali, ma se ti farai conoscere per quel che sai fare e lo renderai quanto più visibile potrai essere addirittura intercettato dalle aziende.  

promuovi un brand

Magari smetti di correre da un colloquio ad un altro e fermati un momento:
#1 Formula i tuoi obiettivi ovvero pensa a come ti vedi tra un anno, a quali sono le cose che davvero ti piacerebbe fare, a come fare per arrivare alla tua soddisfazione e poi fa’ un po’ di pulizia tra le prove inutili che fai.

#2 Cura la tua “reputazione” sul web: hai mai pensato al tuo blog come luogo di promozione personale? Certo se hai un’azienda è possibile che la risposta sia affermativa, ma perché scartare a priori l’opportunità offerta dal web anche per professionisti e giovani in cerca d’occupazione?

#3 Pensa alla tua social self-promotion. Un nome su tutti: LinkedIn! Negli ultimi anni, specie per profili medio-alti, sta diventando un social sempre più usato dalle aziende per pubblicare offerte di lavoro e fare ricerche. A patto di avere un profilo realizzato come si deve unito magari ad una buona reputazione online, LinkedIn può riservare belle sorprese.

Hai mai provato?

Il tuo team digitale dal 2003

Se hai obiettivi ambiziosi e cerchi soluzioni all'avanguardia.

Contattaci

Argoserv: il team che ti accompagna al successo digitale

Il nostro team, coeso e compatto dal 2003, studia e applica le migliori strategie, tecniche e tecnologie per portarti risultati concreti e misurabili.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER