Le Pubbliche Amministrazioni non parlano d’altro, i produttori hanno scoperto questa denominazione che rende un po’ più cool quelle che fino a ieri erano solo abitudini locali consolidate: “marketing territoriale” è certamente un’espressione che piace molto e che fa “la bocca bella”, ma costituisce, di fatto, una enorme potenzialità di espansione per business ed economie locali, nonché un modo per il territorio nazionale così pieno di specificità, varianti e differenze, di far conoscere se stesso creando valore.
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Che cosa significa Marketing Territoriale?
Innanzitutto occorre compiere uno sforzo di sintesi e cercare di capire cosa si intende per marketing territoriale. Certamente la materia della quale ci stiamo occupando va oltre la semplice promozione del territorio, dal momento che mira a generare una sinergia virtuosa (ma assai complessa) tra il sistema ambiente, il sistema turistico e quello economico.
Per fare cosa? Per ottenere visibilità, per aprire delle possibilità di business, per attrarre sempre nuovi visitatori, tutto contemporaneamente.
Quali sono gli obiettivi del Marketing Territoriale?
Essendo materia di gestione principalmente per la Pubblica Amministrazione che spesso se ne fa promotrice, diventa quasi normale considerare una delle principali vision del Marketing Territoriale la valorizzazione delle risorse disponibili individuando la vocazione del territorio.
[arrow]La maggior parte delle Pubbliche Amministrazioni devono ancora lavorare molto sulla comunicazione online: specie nel marketing territoriale, infatti, potrebbe rivelarsi uno strumento prezioso anche per il contenimento dei costi.[/arrow]
Generalmente gli obiettivi più importanti riguardano lo sviluppo di politiche attive del lavoro e il sostegno all’occupazione locale anche mediante la promozione di attività imprenditoriali nuove od esistenti, l’attrazione di nuove attività ed imprese, lo sviluppo di un sistema turistico.
Quello che per noi è interessante è notare come – nel caso dell’Italia – la vocazione della maggior parte dei territori si leghi a doppio nodo con il vasto mondo del food&wine o del beverage più in generale, vuoi per specificità produttive locali (ne è un esempio lo Zafferano di Navelli) o per brand oramai celebri e noti, persino all’estero (penso a quel che rappresenta per il mondo del vino e degli appassionati la zona del Franciacorta).
Il potere ai meta-brand
Come accade per lo Zafferano e il Franciacorta, per il Chianti o il Tartufo d’Alba, non parliamo più solo di prodotti enogastronomici, ma di veri testimonial di un territorio intero.
Quel che accade qui, è che i prodotti stessi divengono brand, capaci di attivare business, economie e soprattutto processi di marketing online e offline: si potrebbero definire meta-brand, se mi è concesso un neologismo.
È solo grazie a questi piccoli ma grandi portatori di interesse che nascono iniziative online ed offline che possono contribuire ad incrementare la posizione di un territorio nel mondo. Come? Attraverso un virtuoso processo di visibilità.
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Quale prodotto fa (o potrebbe fare) la fortuna del tuo territorio?
Ti faccio un esempio per capirci: nel mio paese, Spoltore, (Pescara) l’amministrazione locale si è resa conto che su un piccolo territorio insistevano ben tre birrifici artigianali, uno dei quali particolarmente noto (Almond). Ecco che è nato il Polo della Birra, una idea dalle grandi potenzialità (molte delle quali ancora inespresse) sulla quale si potrebbero giocare molte carte a proposito del marketing territoriale.
Se tu fossi il sindaco del tuo paese o della tua città ed avessi in mano il potere di decidere gli indirizzi programmatici dell’amministrazione, a quale prodotto o attività daresti risalto? 😉
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