L’Italia da mangiare: i prodotti top dell’e-Commerce 2015


18/09/2014
Lisa De Leonardis
Web Content Manager
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Lisa De Leonardis
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Mi occupo di comunicazione da 26 anni ma da oltre 11 lavoro su Content Marketing Strategy e SEO Copywriting.
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Lisa De Leonardis
Ho scritto il capitolo sul Content Marketing del manuale 'Ninja SEO Energy' e tengo lezioni presso La Sapienza, ECampus, UniBG, enti e per aziende.

Tra annunci di prospettive economiche catastrofiche ed immagini di un’Italia in crisi, c’è un settore che cresce, nei fatti, da diversi anni a questa parte e per il quale le prospettive non si fermano al breve termine. Stiamo parlando delle vendite online di alimenti e bevande Made-in-Italy che continuano a segnare un trend talmente positivo da non poter più essere ignorato dalle aziende del nostro Paese.

italia da mangiare

[arrow]L’export del buon cibo italiano non si smentisce: un prodotto alimentare su cinque finisce all’estero[/arrow]

Secondo l’Osservatorio Ecommerce BtoC del Politecnico di Milano, giunto alla sua dodicesima pubblicazione, il mercato elettronico in Italia vale in questo 2014 già il 17% in più dello scorso anno, segnando un valore economico di 13,2 miliardi di euro.

Certamente i comparti aziendali a concorrere a questo successo sono diversissimi (informatica, abbigliamento, turismo, etc) ma all’agroalimentare e alle bevande italiane, vino in primis, va il merito di aver guadagnato il 23% in più rispetto al 2013.

Prospettive: dove si venderà di più?

made in Italy

Parleremo di prospettive, considerando che molte realtà si affacceranno al mercato elettronico mondiale da qui ai prossimi cinque anni: il numero delle aziende italiane che opera online non è per il momento consistente (appena il 6% contro una media europea del 16%), ma questo è assolutamente un dato positivo, considerando che ci consegna delle importanti prospettive di sviluppo.

Secondo una ricerca realizzata dal Centro Studi Confindustria e Prometeia proiettata ai trend dei prossimi dieci anni, sarà la Russia a costituire il primo mercato di riferimento per il Made-in-Italy, prevedibilmente – aggiungerei – costituendo un’area geografica immensa che conta da sola oltre 144 milioni di persone.

[arrow]L’e-commerce in Italia vale 13,2 miliardi di euro ed è cresciuto in un anno del 17%, ma solo il 6% delle aziende opera sul web[/arrow]

L’export del solo comparto alimentare varrà qualcosa come 2,6 miliardi di euro, pari al 15,6% circa dell’intero traffico di cosiddetti BBF (Belli e Ben Fatti) verso l’estero, con Mosca che assorbirà da sola un import pari all’intera area asiatica.

Altri interlocutori economici interessati saranno Emirati Arabi e Cina, che contribuiranno per percentuali decisamente importanti alla crescita stimata dell’import dall’Italia che crescerà di almeno 40 punti in sei anni. Una vera impennata.

Food&Beverage: su quali prodotti italiani puntare nel 2015

birra artigianale

1. Birra artigianale. L’avreste mai detto? L’impennata della produzione e delle vendite di birra artigianale italiana ha fatto registrare delle grandi soddisfazioni al mondo degli appassionati delle ricette degli antichi monasteri trappisti.

Nel nostro Paese sono nati oltre 400 microbirrifici che movimentano un interessante volume economico e il maggior successo estero viene dal Giappone dove la nostra birra viene servita nei ristoranti con la stessa cura del vino e dall’Inghilterra, dove le artigianali italiane hanno trovato un enorme spazio sui banconi dei tradizionali pub.

Anche sul territorio nazionale la vendita procede a buon ritmo e nel 2015 si attende l’affermazione definitiva grazie all’interesse crescente nei confronti di brand artigianali e locali.

Spumante e prosecco italiano primato sui mercati del mondo

2. Bollicine. C’era una volta il primato incontrastato dello champagne francese. Ci sono oggi invece almeno due competitor che si stanno ricavando un posto pregiato sulle tavole del mondo: lo spumante e il prosecco. La produzione di bollicine italiane, che ha fatto contare quest’anno 380 milioni di bottiglie, ha superato la Francia per produzione e si è fatta notare all’estero, soprattutto nel Regno Unito, in USA e in Germania. 

La percentuale di crescita nei primi sei mesi dell’anno in corso è notevole: +15,6% (fonte Istat) e le sorprese si attendono anche per la fine dell’anno quando, notoriamente, il consumo aumenta. Il 2015 sarà all’insegna della specializzazione territoriale e della diffusione della conoscenza di nuovi “esperimenti”, come gli spumanti Bio

Il consumo di prodotti biologici italiani cresce

3. Frutta e verdura bio. Scende la quantità di freschi generici nei carrelli della spesa delle famiglie italiane ma nel contempo il biologico fa segnare un nuovo record di vendite: +9% nel 2013.

Il nostro referente principale all’estero è la Germania che sceglie più di tutti i paesi europei i nostri prodotti agroalimentari biologici: ortofrutta, sia fresca che lavorata, ma anche olio e pasta. Moltissime mense scolastiche hanno già scelto il bio che rappresenta anche un prodotto di punta del commercio elettronico nazionale: grazie alla diffusione di pratiche di consumo sostenibile (gruppi di acquisto, shop-sharing), molte famiglie scelgono di acquistare il biologico e biodinamico su internet entrando spesso in contatto diretto con produttori e consorzi di fattorie.

Olio Extravergine d'Oliva

4. Olio extravergine d’oliva. È probabilmente uno dei nostri prodotti più pregiati e l’olio cosiddetto EVO (acronimo di ExtraVergine d’Oliva) italiano è ricercatissimo all’estero. Anche sul territorio nazionale si sta sviluppando in questi anni una fortissima cultura di settore e fioccano le scuole per degustatori o sommelier dell’olio, quasi ci fossimo accorti solo ora di quanto il prodotto che rappresenta l’eccellenza del Mediterraneo sia importante per l’economia interna.

L’export – anche se macchiato in modo preoccupante dalle contraffazioni – macina risultati positivi generando un volume d’affari che sta superando, in questo 2014, il record degli 1,3 miliardi di euro dello scorso anno. Inutile dire che le previsioni continuano ad essere più che rosee specie per i destinatari principali delle esportazioni dall’Italia: Oceania, Giappone e Stati Uniti.

vino rosso o vino bianco, bene sui mercati mondiali

5. Vino. L’anno venturo sarà ancora un anno d’oro per il vino italiano che manterrà e consoliderà un primato indiscusso. Anche all’estero si inizia a parlare di terroir specifici, DOC e DOP, riconoscendo nella varietà dei vitigni e delle territorialità del nostro Paese una specificità ed una qualità uniche al mondo. Secondo l’ultimo rapporto di Wine Intelligence, che ci consegna le “strategic planning tools for selling in the global wine market”, saranno la Stati Uniti, Svizzera, Canada, Germania e Cina le nazioni che guideranno la crescita mondiale mercato del  vino.

Tutto questo mentre la nostra vendemmia procede non senza difficoltà, a causa del maltempo e il primo semestre del 2014 ha segnato una sostanziale stabilità dei vini in bottiglia. Gli unici prodotti enoici ad essere andati male sono i vini sfusi a tutto vantaggio delle già citate bollicine che hanno registrato un vero e proprio exploit. 

pasta artigianale

6. Pasta. Last but not least, arriva nella nostra classifica il prodotto più associato al brand Italia, insieme alla pizza. La pasta, oltre ad avere uno scontato andamento costante sul mercato nazionale, rappresenta per l’export un settore in crescita costante da nove anni che nel 2013 ha fatto registrare un ulteriore balzo in avanti del 5,4% (dati IlSole24Ore).

Siamo senz’altro il Paese che ne consuma di più (26 kg/anno pro capite) ma anche altri stati tengono un ottimo ritmo di consumo, Grecia, Tunisia e Venezuela. In questo caso non si tratta di economie di per sé interessanti, ma quel che è certo è che la pasta arriva pur sempre dal nostro territorio.

PS → Vuoi saperne di più? Dà uno sguardo alla sezione dedicata all’e-commerce

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