race against the machineIl post sui consigli di lettura di ferragosto ha riscosso molto successo: sull’onda del trasporto emotivo e poiché la lettura è una delle nostre passioni, abbiamo pensato di dedicare una sezione del blog ai libri.

Occupandoci prevalentemente di tematiche aziendali ci concentreremo sulla saggistica, focalizzando l’attenzione non solo su marketing o strategia. Siamo convinti infatti che, qualsiasi tipo di attività, non possa essere svolta se non si capiscono le dinamiche e le logiche che governano i nostri giorni e se non si possiede una bussola di navigazione ben settata. Le buone letture aiutano ad orientarsi e a trovare la giusta direzione.

Race Against the Machine, un libro bello, agile, scorrevole, da leggere tutto d’un fiato, scritto da Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee del MIT, cerca proprio di spiegare i meccanismi che stanno dietro ai risultati sociali ed economici prodotti dall’improvvisa accelerazione del progresso scientifico e tecnologico negli ultimi anni che, se riabilita persone un tempo escluse (pensa alle opportunità che l’uso degli smartphone ha aperto in alcune zone sperdute dell’Africa), può risultare disastrosa per coloro che svolgono mansioni ed attività facilmente automatizzabili.

 

Le dinamiche dell’era digitale all’alba della ripresa economica

La riflessione nasce dal fatto che in America, nonostante il PIL e gli utili aziendali siano tornati ai livelli pre crisi (ed in alcuni casi li abbiano superati) l’occupazione non sia cresciuta di pari passo, anzi il numero di disoccupati è ai massimi secondo le rilevazioni storiche. Quindi se depressione e stagnazione sono concause che hanno contribuito a creare minore offerta di lavoro, da sole però non giustificano il crollo di occupazione registrato al di là dell’oceano (il discorso può essere speculare anche per la vecchia Europa dove però la ripresa ancora non si vede).

Secondo gli autori, il maggiore indiziato della disoccupazione è da ricercarsi nella tecnologia digitale che cresce con ritmi esponenziali dettati dalle logiche della legge di Moore (raddoppio delle potenzialità di calcolo ogni 12/18 mesi).

I primi effetti dell’avvento dell’era della frontiera digitale sono stati trascurabili in passato, ma ora, poiché ci troviamo nella fase in cui la crescita esponenziale è arrivata nella fase di accelerazione tangibile, stiamo assistendo a sconvolgimenti neanche pensabili pochi anni or sono: le auto che si guidano da sole, i computer che battono gli uomini durante le partite a scacchi e nei quiz televisivi, le ricerche legali svolte da computer meglio degli uomini, sono solo la punta degli iceberg degli sconvolgimenti a cui assisteremo nei prossimi anni.

 

L’accelerazione tecnologica e le spaccature sociali ed economiche

Tale accelerazione esponenziale di natura quasi “magica” per menti umane, non abituate a ragionare con simili concetti matematici, mette in pericolo non solo il lavoro meccanico-manuale (già a rischio da quando il vapore è entrato prepotentemente in scena con la rivoluzione industriale), ma anche quello intellettuale. I colletti bianchi sono a rischio così come lo sono i colletti blu che devono guardarsi dalla concorrenza straniera e dall’automazione.

Non solo, l’accelerazione ha acuito le spaccature sociali ed economiche fra:

  • lavoratori high skilled vs low skilled
  • superstar vs ogni altra categoria
  • capitale vs lavoro

Le voci che si trovano nella colonna sinistra della tabella, guadagnano esponenzialmente in termini di opportunità, risorse e potere a scapito di quelle che si trovano nella colonna destra. Così accade che l’1° della popolazione (high skilled, superstar e con mezzi economici notevoli) si prenda la gran parte della torta mentre gli altri non restano che briciole.

 

La gara va fatta con la “macchina” e non contro!

La discussione sulla necessità di modificare con azioni politiche redistributive appropriate la situazione attuale non costituisce oggetto della trattazione. È interessante invece il suggerimento dato: il libro non si pone nell’ottica luddista di andare contro il progresso ma di utilizzarlo intelligentemente a nostro favore.

Ci invita a riflettere sugli strumenti per fare la nostra race with the machine (invece che against) al fine di sfruttare le opportunità offerte dalla frontiera digitale. Infatti se sono stati persi dei posti di lavoro nei settori tradizionali si è creata una nuova frontiera (un nuovo west) da conquistare ed aziende come Ebay, Google, Apple, Heartland Robotics (ma la lista potrebbe continuare), stanno creando opportunità inimmaginabili. Il messaggio che il libro vuole lanciare è che utilizzando intelligentemente:

1) i network
2) le opportunità tecnologiche (con un innovativo mesh up fra le varie tecnologie esistenti) si possono aprire mercati sconosciuti e vergini. È molto interessante poi la serie di consigli dati per far sì che gli stati e gli individui si preparino adeguatamente al “nuovo mondo” (i nostri governanti farebbero bene a leggere la lista).

Se è vero che è difficile adeguarsi e comprendere la nuova realtà (come facciamo a spiegare ad un cinquantenne disoccupato a convertirsi ai dettami delle e-economy?) che crea tensioni e paure, è altrettanto vero che per gli imprenditori ed aspiranti tali non c’è stata mai un’era così elettrizzante. Startupper del mondo, orecchie tese! 😉